I Princìpi che ci guidano
Educazione e apprendimento naturale
Come possiamo favorire lo sviluppo naturale dell’apprendimento nei bambini e nei ragazzi? Questa per noi è una delle domande fondamentali da porre in ogni contesto educativo. Favorire l’autopoiesi è la nostra risposta.
Nel lavoro quotidiano siamo guidati in primo luogo dal principio dell’autopoiesi, concetto coniato dai biologi cileni H. Maturana e F. Varela. Tale principio spiega lo sviluppo biologico naturale di ogni essere vivente, e permette di comprendere come l’accrescimento della conoscenza in ogni sistema vivente è completamente integrato nell’organismo. Per questo motivo essi sostenevano che «cognizione è vita». Questo motto, a nostro avviso, dovrebbe diventare l’assunto centrale di ogni progetto pedagogico.
I modelli di intervento che abbiamo sviluppato in collaborazione con Università e altre Istituzioni si basano sull’idea che l’apprendimento avvenga innanzitutto a partire dall’attivazione delle funzioni cognitive, e che queste siano la base essenziale da mediare per migliorare l’acquisizione di nuove competenze, anche e soprattutto in ambito scolastico. A tal scopo abbiamo affinato progetti, metodologie e strumenti flessibili che permettono di accompagnare bambini e ragazzi nel migliorare la capacità di apprendimento, indispensabile per integrare le abilità scolastiche nel proprio progetto di vita.
Le nuove sfide educative e l’importanza della mediazione
Oggi più che mai ci confrontiamo in continuazione con contesti complessi sui quali non abbiamo alcun controllo. Mai avremmo pensato che i conflitti armati tornassero ad avvicinarsi così tanto a noi. Ancor oggi non sappiamo quando la pandemia svanirà dalle nostre vite, e come dobbiamo attrezzarci per il futuro. Viviamo, in altre parole, in un contesto globale che ci getta nell’insicurezza e ci scuote emotivamente.
Come professionisti dell’apprendimento siamo chiamati a interagire continuamente con l’incertezza di un mondo in continuo cambiamento. Il compito si fa arduo: come prendiamo in carico questa complessità nelle quotidiane interazioni educative? A quali nuove sfide socioculturali dobbiamo rispondere? La connessione fra mondo reale e realtà virtuale è a nostro avviso una delle più importanti, sia per le potenzialità che offre sia per i pericoli ai quali espone.
Questa sfida, per le generazioni più giovani, è ancor più rilevante, perché concorre a formare, nel futuro, l’identità del nuovo adulto. Chiediamoci: qual è la maggiore interazione del ragazzo nel tempo libero? È probabile che si tratti del suo smartphone, di cui non può più fare a meno, e che concorrerà nel tempo a determinare le sue modalità di interazione con la realtà.
La sfida alla quale, come educatori (insegnanti, genitori…), siamo chiamati a rispondere è di conseguenza quella di essere mediatori fra il mondo reale e l’utilizzo competente e consapevole dei nuovi device, delle loro regole, delle opportunità così come dei rischi ai quali ci espongono.
Si tratta di una sfida vera e propria perché, ammettiamolo, siamo ben poco competenti noi stessi, adulti, rispetto ai reali meccanismi di funzionamento e di gestione del web (privacy, gestione dei dati in rete, sicurezza informatica, economia dell’attenzione, fake news… ). La scuola, a nostro avviso, ha una responsabilità educativa fondamentale nel costruire le risposte necessarie ad affrontare in modo competente e mirato questo aspetto così pervasivo nella vita dei ragazzi.
Per un’educazione inclusiva: approccio sistemico e innovazione didattica
Favorire la crescita del bambino e del ragazzo richiede di tenere in carico tutte le condizioni sistemiche che possono facilitare il suo sviluppo o, all’opposto, inibirlo. Per questo motivo è necessario coinvolgere la famiglia, la scuola e ogni altra dimensione sociale significativa.
Nessuna persona è un’isola. E questo vale tanto più per bambini e ragazzi, i quali sono profondamente connessi e dipendenti dai loro contesti relazionali. Per questo motivo è importante guardare all’allievo con un duplice sguardo, rivolto da un lato alla sua unicità e dall’altro all’ampio contesto (sistema) in cui vive.
Il nostro interesse per l’innovazione in campo pedagogico e didattico ci porta a condurre ricerche e sviluppare nuove metodologie e strumenti che favoriscano l’apprendimento tenendo conto del loro sistema di riferimento e fornendo una risposta a sua volta «unica» rivolta a ciascun allievo.
Si tratta di un compito arduo, perché personalizzare la didattica per ogni alunno in aula è particolarmente difficile per gli insegnanti. Quindi lo scopo degli strumenti didattici che troverete nella sezione progetti ha proprio questo compito: integrare la differenziazione didattica già all’interno del processo di apprendimento in modo da favorire un’educazione inclusiva attraverso il contesto pedagogico, che si avvale di un approccio metacognitivo, della valorizzazione degli stimoli didattici in modalità multisensoriale e valorizzando l’apprendimento «peer-to-peer» tra i ragazzi.
Chi siamo
Ogni giorno incontro bambini e mi lascio stupire dalla loro ricchezza.
Ciascuno di loro porta nel nostro «incontro pedagogico» la propria unicità. Con l’esperienza mi sono resa conto, però, che tutto ciò è possibile solo a patto di lasciare un’apertura e uno sguardo curioso verso il bambino.
La mia missione è, di conseguenza, quella di rispettare questa unicità e al contempo “non guardarli solo per quello che sono, ma anche per quello che potrebbero essere, perché solo allora potranno realmente divenire.”
Dalla lunga collaborazione con l’équipe del Prof. Cornoldi (Dipartimento di Psicologia di Padova) e successivamente con il Prof. Garcia-Madruga (Università di Madrid), ho nel tempo riconosciuto nell’approccio Autopoiesi Cognitiva® il modello più naturale per lo sviluppo del bambino in tutte le sue potenzialità.
Eleonora Vaia-Motta
Psicologa Clinica
Docente di Sostegno Pedagogico
Mauro Vaia
Esperto in metodi e processi formativi
Counsellor professionista sistemico-relazionale
Amo tenere uno sguardo disincantato ma amorevole verso l’ampio contesto che ci permette di vivere e prosperare: quale contributo posso offrire?
Come trainer e formatore professionista prediligo l’utilizzo di metodologie attive e innovative per l’apprendimento, adoro i processi di co-creazione per favorire l’emersione di nuove progettualità condivise, promuovo contesti di sviluppo che siano realmente significativi per coloro che vi partecipano.
Nella progettazione e nella gestione dei processi formativi sono guidato dalla ferma convinzione che tutti noi possediamo delle potenzialità molto superiori a quelle che generalmente esprimiamo, e che possono manifestarsi a patto di essere favorite da una speciale relazione educativa che rispetti l’unicità della persona.
Le nostre collaborazioni
Con l’obiettivo di individuare metodologie di innovazione didattica, supportate da progetti di ricerca applicata, abbiamo collaborato e collaboriamo con diverse figure particolarmente rilevanti nell’ambito dello sviluppo degli apprendimenti, anche a livello internazionale.
- Barbara Carretti – Professore ordinario presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova.
- Cesare Cornoldi – Professore emerito di Psicologia generale presso l’Università degli Studi di Padova.
- Juan Antonio Garcia-Madruga – Professore ordinario emerito di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università nazionale di Madrid.
- Gabriele Medolago – Psicologo già capo équipe del Servizio di Sostegno Pedagogico (Canton Ticino – Svizzera).